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Mobili e manna, i segreti del Frassino
1 settembre 2023

In molti lo conoscono per i mobili, ma qui da noi – tra i boschi della Valbormida – è usato come pianta ornamentale nei giardini o per fare legna da ardere, ideale con il suo elevato potere calorico per la stufa o il camino nelle fredde giornate invernali. È il frassino, alto, di colore chiaro e con una chioma elegante che lo rende facilmente riconoscibile. Originario dell’Europa e del Caucaso, in Italia cresce nei boschi fino a 1500 metri di altitudine ed è diffuso soprattutto al Centro-Nord.

Il legno di frassino, di colore bianco-avorio, è apprezzato per la realizzazione di mobili di pregio: è un legno che si lavora bene, che ha buona resistenza (si flette ma non si spezza), facile da tagliare. L’unico inconveniente sono i parassiti, che lo attaccano facilmente, ragione per la quale è quasi sempre trattato e ha bisogno di cura e manutenzione. Le sue doti di robustezza e flessibilità ne hanno fatto un compagno ideale per i contadini, che – almeno dalle nostre parti – lo hanno sempre impiegato per i manici degli utensili agricoli (mentre le frasche sono apprezzate dal bestiame). Per la stessa ragione è stato largamente utilizzato nello sport, almeno prima dell’arrivo dei materiali supertecnologici di oggi: se trovate una racchetta da tennis degli anni Sessanta o Settanta quasi certamente sarà fatta in frassino (così come in questo legno vengono fatte tuttora le mazze da baseball negli Stati Uniti).

Largamente diffuso nel Nord Europa, il frassino ricorre nei miti e nelle leggende. Per i celti era l’arma ideale per uccidere i vampiri e aveva valenza apotropaica (serviva ad allontanare le minacce e i malefici). Nella mitologia scandinava era noto come Yggdrasil ovvero "Albero del Mondo" e Askr, il primo essere vivente di sesso maschile, sarebbe nato proprio da un tronco di frassino.

I flavonoidi e le cumarine presenti nelle foglie, nei frutti e nella corteccia gli conferiscono leggere proprietà lassative, diuretiche e antinfiammatorie. Ma il prodotto più curioso che si può trarre dal frassino è la manna (la famosa manna venuta dal cielo, anche se a guardare bene pare che quella della Bibbia, quella che sfamò per quarant’anni gli ebrei nel deserto in fuga dall’Egitto non sia proprio la stessa cosa). Si produce in piccole quantità, solo in Sicilia, ai piedi delle Madonie (a Pollina e Castelbuono) ed è tutelata da Slow Food. Furono gli arabi a introdurne la produzione e fino a poco meno di un secolo fa era una discreta fonte di reddito per diverse comunità. Durante l’estate, i frassinicoltori incidono la corteccia dei tronchi per lasciar fuoriuscire una sostanza azzurrina e resinosa che, esposta al sole torrido, si rapprende formando stalattiti biancastre di manna: al naturale è un dolcificante a bassissimo contenuto di glucosio e fruttosio, trasformata diventa mannite ed è utilizzata in cosmetica e in farmaceutica per lassativi, diuretici e dolcificanti.

Mobili e manna, i segreti del Frassino
Mobili e manna, i segreti del Frassino