Un passato di industria pesante ormai lasciato alle spalle e un presente fatto di ambiente, tradizioni, territorio, comunità. La Valbormida, con la sua posizione strategica tra il Piemonte e la Liguria, tra le Langhe e la Riviera, è un mondo tutto da scoprire ed esplorare: borghi e castelli medievali, artigiani del vetro e del legno, produzioni agricole di qualità, il segno delle truppe napoleoniche, l’annusare frenetico dei cani da tartufo, i sentieri da percorrere in bicicletta o a piedi in mezzo a splendidi boschi.

La porta della Val Bormida è Altare: la Bocchetta segna il confine tra le Alpi e gli Appennini e introduce nel piccolo centro storico, chiuso da fortificazioni del XIX secolo e impreziosito da gioielli liberty, tra i quali la splendida Villa Rosa, sede del Museo del Vetro, ormai da secoli tradizione ed eccellenza altarese. Da Altare la provinciale porta a Carcare, che il torrente (in questo caso la Bormida di Pallare) divide nettamente tra “borgo di qua” e “borgo di là”: il centro storico si sviluppa intorno a via Garibaldi. Siamo nel pieno dei luoghi napoleonici: qui nell’aprile del 1796 il giovane generale condusse le sue truppe in una serie di scontri decisivi contro gli austriaci. Sulla riva sinistra della Bormida di Spigno sorge Cairo Montenotte, centro medievale piuttosto ben conservato, con i suoi palazzi nobiliari, i portici, la torre del carcere, le mura trecentesche e la porta Soprana.  Alla nobile famiglia degli Scarampi sono legati il castello e il Palazzo nel cuore del borgo, dove si trova il Ferrania Film Museum. 

Da Cairo Montenotte, proseguendo lungo la Bormida di Spigno, si incontra Dego, che sorge in una pianura ampia e ricca di acque, sulla confluenza del Rio Grillero con il fiume Bormida. Nella parte alta, arroccata sul fiume, spicca la seicentesca chiesa dell’Annunziata. Tra boschi, campi coltivati e vecchi cascinali si arriva a Piana Crixia con il suo piccolo centro in pietra e il famoso "fungo", una pietra tonda di circa 4 metri di diametro sorretta da una colonna di detriti modellata dall’erosione. 

Tornati a Carcare, si possono scegliere due strade. Seguendo la Bormida di Pallare si sale verso il colle del Melogno, toccando Pallare (con il piccolo borgo di Biestro a vegliare dall’alto) e poi Mallare, paese che ebbe grande importanza strategica nel Medioevo: a testimoniarlo ci sono i  resti di uno dei due castelli che la proteggevano, la cosiddetta “Casa del Conte” e due edifici religiosi di grande pregio come il santuario di Santa Maria dell’Eremita e l’ex abbazia di Santa Maria e San Lazzaro a Fornelli. Tornati indietro non resta che salire a Bormida, piccolo centro di origine medievale circondata da maestosi boschi di faggi e castagni.

Sempre da Carcare, si sale fino a Cosseria (con il suo incredibile museo delle biciclette, realizzato da Luciano Berruti a cui oggi è dedicato) e poi a Millesimo. Città del tartufo, Millesimo è borgo medievale con il tessuto urbanistico ben conservato. Tra i due simboli, il castello in alto e il ponte della Gaietta sul fiume, la piazza porticata dove da otto secoli si svolge la vita economica e pubblica del paese. Lasciando Millesimo verso Murialdo, il paesaggio muta quasi subito: siamo nella parte più selvaggia della valle, il parco naturale regionale del Bric Tana e della valle dei Tre Re, un’area caratterizzata da importanti fenomeni carsici che ne fanno uno dei parchi più apprezzati da chi ama la speleologia. Poco prima del Santuario del Deserto, una deviazione porta a Osiglia: il grande lago artificiale, scenograficamente incorniciato dai boschi, è luogo di sport e relax nei mesi estivi.

Seguendo il corso del fiume si arriva a Calizzano e – poco dopo – a Bardineto: siamo a meno di 20 chilometri dal mare in linea d’aria, ma il clima e il paesaggio di questa zona sono tipicamente di montagna. Calizzano, antico borgo medievale, era un tempo protetto dal castello (di cui si trovano ancora poche rovine) e chiuso per tre lati da una cinta muraria. Intorno al paese sentieri, boschi, prati e torrenti: la faggeta della Barbottina e la foresta demaniale del Melogno sono considerate tra le più belle della Liguria. A pochi minuti di distanza ecco Bardineto, adagiato nella vasta conca pianeggiante che fu teatro di una delle battaglie tra l’esercito austriaco e quello francese durante la Campagna d’Italia di Napoleone. Qui a farla da padrona sono i prodotti del bosco: aria fresca d’estate, funghi e castagne di grande qualità.