All’inizio dell’Ottocento, vuoi per la vicinanza, vuoi per qualche matrimonio tra nobili casate, vuoi per le caratteristiche delle terre e delle vigne, nelle Langhe va in scena una piccola rivoluzione. In Europa la cucina che va per la maggiore è quella francese, e di conseguenza lo è il vino. Così, nelle cantine di Barolo e dei paesi vicini, lentamente, si prova a cambiare strada: i grappoli di Nebbiolo vengono sottoposti a una fermentazione completa e a un lungo periodo di affinamento, e si comincia a indicare i vini con i nomi delle località.
Sono passati due secoli e nel frattempo le Langhe sono diventate il luogo più iconico della viticoltura italiana (dal 2014 il paesaggio delle Langhe è patrimonio Unesco), con i piccoli borghi a punteggiare colline interamente vitate, castelli e cantine sparsi sul territorio, una cultura del vino e del buon cibo che ha pochi eguali nel mondo. La Valbormida è un punto di partenza ideale per esplorare le Langhe: da Millesimo si entra in Alta Langa e – seguendo il torrente Belbo – si arriva presto nel cuore di questa regione.
Centro principale delle Langhe sud occidentali è Dogliani, Il paese si divide tra il Borgo, situato in basso sul torrente Rea, e il Castello che sorge in posizione più elevata e che ben custodisce l’antico aspetto medievale. A incidere sulla fisionomia di Dogliani è stato nella seconda metà dell’Ottocento l’architetto Giovanni Battista Schellino: i suoi molti interventi di stile neoclassico e neogotico ancora emergono nel centro abitato. Tradizionale centro agricolo, patria di molti personaggi illustri (Luigi Einaudi, Michele Ferrero, Giorgio Bocca), Dogliani è stata anche uno dei capisaldi della Resistenza, sfondo con le sue colline a molti dei racconti di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio. Legata a Cairo Montenotte è Monforte d’Alba, con le case tutte addossate alle pendici del colle e la dimora dei Conti Scarampi che ha preso il posto del castello. Da non perdere è la visita all’Auditorium Horszowski (inaugurato nel 1986 dal pianista polacco): è un anfiteatro naturale ricavato dalla pendenza naturale del terreno, con i gradoni rivestiti di erba e come spazio scenico il muro di cinta e il portale dei giardini Scarampi.
Le strade tagliano centinaia e centinaia di filari allineati, le cantine (quelle più tradizionali e quelle firmate dagli archistar) si aprono per visite e degustazioni. Nel cuore delle Langhe troviamo i borghi che hanno dato il nome a due dei vini italiani più apprezzati e conosciuti nel mondo: Barolo e Barbaresco. Il borgo di Barolo si concentra intorno al castello Falletti, la cui origine risalirebbe all’anno Mille. Uno splendido edificio che oggi ospita il Museo del Vino o WiMu (Wine Museum), tappa da non perdere per chi visita le Langhe: si tratta di un museo interattivo, divertente, appassionante, che racconta in modo approfondito ma mai noioso la storia e la cultura del vino e dell’enologia. E dopo la teoria, ecco arrivare la parte pratica con l’Enoteca Regionale, dove poter degustare (stando attenti a non esagerare) un gran numero di vini, vitigni ed etichette. Dopo un apasseggiata nel centro storico, tra ristoranti, negozi e case antiche, si può arrivare alla Cappella del Barolo, o per essere precisi Cappella delle Brunate, una chiesetta dai colori vivaci che spicca nel panorama verde e ondulato delle campagne (e che è anche un ottimo punto di partenza per una passeggiata fino a La Morra). Simbolo di Barbaresco è invece la Torre, alta circa trenta metri e sentinella sulla valle del Tanaro, costruita a partire dall’XI secolo. Oggi, insieme alla vicina Enoteca Regionale nella chiesa sconsacrata di San Donato, è un centro culturale molto vivace.
Vero e proprio capoluogo delle Langhe è Alba, il centro più grande e il motore economico della zona. Insediamento dei Liguri, municipium romano e poi libero Comune, Alba si presenta oggi come una cittadina vivibile ed elegante, con un centro storico curatissimo e raffinato e ristoranti e negozi dove trovare le molte eccellenze che il territorio offre. Tra le tante cose da vedere ci sono la cattedrale di San Lorenzo, gotica e colorata; il palazzo comunale, con la sua lunga storie e le molte opere d’arte; le torri che ancora punteggiano il centro storico. Alba è (giustamente) nota in tutto il mondo per il tartufo: un prodotto eccezionale, ma il nostro consiglio è di provare anche il tartufo della Valbormida, che ha poco da invidiare al “cugino” (le Langhe, del resto, sono proprio a due passi) ma che si può trovare a prezzi un po’ più accessibili.